Le mura di Roma
Roma è la città al mondo con la più lunga cinta muraria antica ancora in parte esistente. Sicuramente meno belle di gioielli quali i Fori o il Pantheon, le mura si sono dimostrate di maggiore utilità per Roma di qualsiasi altro monumento o edificio più conosciuto. E ancora oggi restano un'importante testimonianza degli antichi confini della città.
Il muro di Romolo
Oltre 2700 anni fa; sulla cima di due colli adiacenti, il Campidoglio e il Palatino, sorgevano due muri di cinta separati; quello sul secondo colle, difendeva il luogo della Casa di Romolo, che si ritiene essere l'abitazione del mitico fondatore e primo re di Roma.
Oggi, tanto del muro sul Palatino quanto di quello sul Campidoglio detto arce capitolino (foto) rimangono pochissime tracce.
Le mura serviane
(o Mura repubblicane)
Prendono il nome dal sesto re di Roma, Servio Tullio. Fonti attendibili indicano che nel VI secolo a. C. Roma era stata effettivamente provvista di qualche tipo di difesa; tuttavia vi sono sufficienti prove per ritenere che un vero e proprio muro fu costruito non prima del IV secolo aC (durante la repubblica, da cui l'altro nome delle mura). E un'aggiunta successiva, oltre la sponda sinistra del Tevere sul colle Gianicolo, fu eretta due secoli dopo.
Questo mostra chiaramente come l'evoluzione di queste mura sia stata assai complessa.
La struttura più antica probabilmente consisteva in un largo solco o fossato scavato nel terreno; il materiale proveniente dallo scavo era ammassato internamente al perimetro a formare un'ulteriore protezione.
In seguito, mura effettive presero il posto di questo confine primitivo. Lungo il tratto nord-orientale, però, vi era ancora un fossato con terra e sassi accumulati alla base interna del muro: questo accorgimento era chiamato aggere (dal latino ad gerere, "muovere" o "spostare contro").
Il muro vero e proprio era costruito secondo la tecnica a secco, cioè grossi blocchi squadrati (opus quadratum) venivano impilati gli uni sugli altri, ordinati in più file, senza usare alcuna malta. La pietra porosa di cui è fatto è tufo (a Roma è stato impiegato per la costruzione dei palazzi fino ai primi anni '30!).
Alla fine del IV secolo a.C., i confini della città racchiudevano i famosi sette colli (o septimontium) sui quali Roma fu costruita: il Campidoglio e il Palatino (il nucleo originale), l'Aventino, l'Esquilino, il Quirinale, il Viminale e il Celio.
La struttura più antica probabilmente consisteva in un largo solco o fossato scavato nel terreno; il materiale proveniente dallo scavo era ammassato internamente al perimetro a formare un'ulteriore protezione.
In seguito, mura effettive presero il posto di questo confine primitivo. Lungo il tratto nord-orientale, però, vi era ancora un fossato con terra e sassi accumulati alla base interna del muro: questo accorgimento era chiamato aggere (dal latino ad gerere, "muovere" o "spostare contro").
Il muro vero e proprio era costruito secondo la tecnica a secco, cioè grossi blocchi squadrati (opus quadratum) venivano impilati gli uni sugli altri, ordinati in più file, senza usare alcuna malta. La pietra porosa di cui è fatto è tufo (a Roma è stato impiegato per la costruzione dei palazzi fino ai primi anni '30!).
Alla fine del IV secolo a.C., i confini della città racchiudevano i famosi sette colli (o septimontium) sui quali Roma fu costruita: il Campidoglio e il Palatino (il nucleo originale), l'Aventino, l'Esquilino, il Quirinale, il Viminale e il Celio.
Le mura Aureliane
Nel III secolo dC, Roma si era espansa oltre i suoi vecchi confini e le mura serviane erano ormai divenute inutili.
Quindi l'imperatore Aureliano, che aveva riunito l'impero in via di disgregazione e aveva sedato rivolte intestine, decise che era tempo di costruire un'altra cinta muraria, e di farlo anche piuttosto in fretta: in soli cinque anni (dal 271 al 275) i nuovi confini di Roma compresero un'area molto più vasta, specialmente sul lato occidentale. Nonostante ciò, Aureliano non visse abbastanza per vedere l'opera ultimata, poiché morì pochi mesi prima che fosse finita.
Il nuovo sistema difensivo fu costruito in laterizio. A differenza della vecchia cinta muraria questa aveva torri quadrate a distanza regolare, e un camminamento di ronda sul lato interno che i soldati usavano per muoversi da un punto all'altro, rimanendo integralmente protetti.
Le mura dei papi
Nei secoli che seguirono, strutture difensive cominciarono ad essere erette anche attorno all'area del Vaticano; questa parte di città, a nord-ovest. era piuttosto vulnerabile in quanto priva di mura che potessero impedire le invasioni.
Dopo il decreto dell'imperatore Costantino il Grande che lasciava ai cristiani libertà di culto, pellegrini da molti paesi cominciarono a visitare la tomba di San Pietro; durante il medioevo divennero una vera moltitudine.
Il primo muro costruito in questa parte della città risale al VI secolo dC; in quegli anni Roma era stata appena conquistata da Totila: il re ostrogoto fece erigere un muro nell'area compresa fra S.Pietro e l'Hadrianaeum (il mausoleo dell'imperatore Augusto), che a quel tempo cominciava ad essere convertito in fortezza.
Nel IX secolo, papa Leone IV ne fece erigere uno più lungo; girava attorno alla basilica di S.Pietro, e incorporava i resti di quello di Totila, che era già caduto diverse volte, ottenendo un vero e proprio confine dal Vaticano alla fortezza.
L'importanza di queste mura era che rendevano l'area una vera e propria cittadella, detta "Città Leonina", che tuttavia non veniva considerata come una parte di Roma finché nel 1585 papa Sisto V decise di annetterla fra gli altri rioni.